Di recente ho passato 5 giorni a Londra. Tornare per la terza volta in una città così importante, ma con uno sguardo, un'attenzione completamente diversa grazie alla folgorazione della fotografia, mi ha davvero fatto riflettere sull'influenza che prima gioventù e poi passione possono avere sul ricordo di un viaggio. A testimonianza che sì, le foto ricordo possono raccontare i momenti passati, ma sono le emozioni vissute a lasciare un segno. Ad un luogo a cui una volta era associata solo la memoria di una ragazza, di un bacio, ora posso legare anche il piacere di scattare quella che mi piace chiamare la foto perfetta. Ovverosia uno scatto ben lontano dall'assenza di difetti, ma che per impegno, attesa e, perché no, fortuna, mi ha regalato una soddisfazione che solo noi malati di fotografia possiamo comprendere.
(N.d.r. Per visualizzare le seguenti foto a pieno formato, titolo e descrizione, è consigliata l'apertura cliccando sopra l'immagine)
Sony A7C - f/8.0 - 1/200s - 100 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
Sony A7C - f/4.0 - 1/125s - 320 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
Sony A7C - f/4.0 - 1/2500s - 100 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
Sony A7C - f/5.6 - 1/250s - 400 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
La scelta del corredo minimal
Ma torniamo alla fotografia. Amando viaggiare leggero, sia per praticità che per bisogno, la decisione non poteva che ricadere sul 20-70mm f4. Accompagnarlo ad un cinquantino luminoso è stata una scelta dettata più dall'eventualità e dallo spazietto rimasto in borsa, che dalla necessità. Difatti non l'ho mai utilizzato. Per i più curiosi del minimalismo, la borsa con camera, entrambe le lenti, tracolla, grip di pelle, due batterie extra, schede e lettore usb c per smartphone, pesava meno di 2 kg.
I motivi che mi hanno spinto a scegliere questa lente sono molteplici.
La tipologia.
Uno zoom standard, tropicalizzato e a diaframma fisso è fondamentale in condizioni di incertezza meteorologica alle quali è soggetto il tempo londinese. Sole, nuvole, pioggia e vento si sono alternati senza tregua durante tutto il periodo; addirittura grandine, un paio di volte. Sia un difetto che un pregio: perché per quanto sia sgradevole vedere il cielo cupo, le possibilità che si apra sono molto più elevate rispetto a quelle delle monotone e uggiose giornate milanesi. O almeno, così è stato.
La focale.
20mm permettono spesso, anche se non sempre, di fare a meno di un 16-35; stessa cosa per i 70mm, che con corpi più pixellati regalano una focale che si spinge fino a 105mm equivalenti. Ma avendo preferito la compattezza della A7C alla complessità della A7RV, mi sono dovuto accontentare di 24mpx (la A7CR costituisce lo sweet spot in questo senso). In ogni caso, anche se sono più incline a comporre con i teleobiettivi, credo siano stati molto profittevoli quei 4mm in meno lato grandangolo.
Sony A7C - f/4.0 - 1/20s - 200 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
Sony A7C - f/5.6 - 1/250s - 100 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
La costruzione.
Da primo della classe, considerando gli standard degli obiettivi odierni. Molto solida e resistente. La ghiera dei diaframmi, sia fluida che cliccabile, è realmente utile una volta che ci si ricorda che esiste, dato che i produttori per anni ci hanno ingiustamente abituati a dimenticarcene. Il clic non si avverte tramite suono ma solo come feedback tattile, anche questo molto apprezzato. Chiaramente una struttura in metallo avrebbe migliorato il touch and feel, ma a grosso discapito del peso.
La compattezza.
450g in 10cm per un range così ampio e versatile, fanno del 20-70/4 un compromesso ideale per la fotografia di viaggio attraverso centri urbani. Chi non ha fastidio a portare più attrezzature, a cambiare lenti più frequentemente ed ha ritmi meno serrati, gioverà senza dubbio di un corredo più completo. Ma per i più minimalisti, come me, si tratta di una lente davvero irrinunciabile.
Come tutto, anche il 20-70 ha i suoi limiti. Ha un leggerissimo calo di definizione dai 65mm in su, che io sostengo si noti solo e soltanto per l'eccesso di nitidezza e contrasto alle altre focali. Ma è presente e non si può negare, anche se non ha mai inficiato una sola fotografia che abbiamo scattato. Il diaframma non permette il miglior stacco dei piani. Ma soprattutto, chi non lo apprezza può senz'altro apostrofarlo come troppo stretto e troppo largo allo stesso tempo, e avrebbe ragione. Perché 20mm non risultano abbastanza grandangolari molto spesso e 70mm troppo corti in forse più occasioni ancora. Ma così come la chitarra semiacustica trova la sua ragion d'essere in generi in cui non sono richiesti accompagnamenti di accordi sostenuti e assoli ultradistorti, senza sfigurare quando però sono necessari, il 20-70 ha trovato la sua in questo bellissimo viaggio.
Sony A7C - f/4.0 - 1/50s - 200 ISO - FE 20-70mm F4 G - 20mm
Infine, ben poca street vista la massiccia offerta di attrazioni che si contendevano il nostro tempo. La sera, dopo 25.000 passi, l'ultima cosa di cui avevamo voglia era la street notturna, sebbene con un cinquantino f1.8 e lo stabilizzatore fosse anche possibile.
Le alternative
Nonostante le focali standard siano molteplici (24-70; 28-60, 28-75, 24-105, 35-150 sia f2.8 che f4) prendiamo in esame solo quelle che partono da 20mm o meno, perché è lì che troviamo peculiarità e innovazione del 20-70.
Attualmente, quindi, le alternative più simili al Sony 20-70 sono:
Tamron 17-50/4 (450g x 12cm)
Quei 17mm fanno gola, ma 50mm sono troppo pochi per viaggi monolente. Obbligatorio portarsi anche un mediotele. Comunque un’ottima lente.
Tamron 20-40/2.8 (350 x 9cm)
Come sopra, ha però dalla sua uno stop guadagnato. Consigliato a chi vuole scattare molto anche al crepuscolo o in edifici di culto scarsamente illuminati.
Lumix 18-40/4.5-6.3 (150g x 4cm)
Stesse considerazioni sui limiti della focale del 20-40 Tamron, ma senza il vantaggio del 2.8. La sua forza sta tutta in peso e dimensioni da record.
Lumix 20-60/3.5-5.6 (350g x9cm)
È forse l'opzione più simile e agguerrita della lista, poiché risulta anche più leggero. Personalmente lo stop in meno non rappresenterebbe un ostacolo in un viaggio del genere. Non quanto i 60mm, anch'essi un limite, seppur i più estesi in questa breve lista.
Grandi assenti Nikon e Canon, che non offrono nei loro mount alternative prodotte da loro o da altri partner per questo genere di focale.
In ultima analisi, viaggiare attraverso una città così importante con un unico obiettivo si è rivelato comodo e per nulla frustrante, proprio grazie alla focale 20-70mm f4. Senza alcun dubbio la lente che più incarna il concetto di versatilità fra quelle che abbiamo provato. Il primo test era stato fatto a Bologna, mesi fa, ma essendo una città più modesta, per quanto bellissima, ricordo di aver utilizzato anche il 70-200 per fare un po’ di street, dato che le principali attrazioni erano finite. I limiti sopra descritti sono fattuali e non aggirabili: dove ci vogliono da 10mm a 16mm non si scappa, bisogna dotarsi di ultrawide se si aspira ad una foto estrema. Stessa cosa per un tele, lo avrei certamente utilizzato moltissimo, anzi forse troppo. Infatti sta qui il nocciolo della questione secondo me. Così come spesso si consiglia ai neofiti o a chi cerca nuovi stimoli di costringersi ad utilizzare una sola focale, fissa, per esplorarne tutte le potenzialità e aumentare la creatività, limitarsi durante un viaggio ad un solo range focale può aiutare a liberarsi del dubbio o dell'onere del cambio ottica. Ad esempio, personalmente, ho accusato maggiormente i 70mm, che non amo, dato che la mia focale preferita è 135mm. Ma solo la serenità che dà stare con un solo obiettivo controbilancia perfettamente la frenesia da prima volta in una città in cui la tabella di marcia impone ritmi che non concedono il cambio obiettivo frequentemente. Specialmente in una città come Londra in cui il meteo la fa da padrone.
Testimonianza del repentino cambiamento di meteo, dalla pioggia al sole in pochi minuti ripetutamente. Quindi, prima di tutto tornando indietro non porterei il 50mm. Ma se proprio fossi costretto, o ad esempio mi ritrovassi con una persona che desidera ritratti più accurati, porterei un fisso vintage come il 100/2.8 o ancora meglio il 135/2.8 Olympus, molto compatti e di qualità. Tornando nuovamente invece, per una sessione fotografica più ragionata e meno frenetica opterei per: un 10mm o simili per alcune foto dentro i musei e sotto i grattacieli; un 70-200/4 o più probabilmente un 85/1.8 per fare street e utilizzarlo anche alla sera. Se esistesse un moderno AF 135/2.8 compatto e leggero, sarebbe l'ottica perfetta da abbinare al 20-70mm, l'obiettivo più versatile per un utilizzo urbano.